Comunicati di solidarietà

Comunicati di solidarietà…in aggiornamento

4 giugno 2011

La Rete29Aprile, il Coordinamento Precari Università (CPU) e il Coordinamento Nazionale Professori Associati (CoNPAss) manifestano la loro preoccupazione per le iniziative giudiziarie contro 78 cittadine e cittadini partecipanti a iniziative pubbliche di dissenso a Firenze, fra i quali anche studenti  impegnati nella protesta in difesa della istruzione e dell’universita’ pubblica e in difesa dei valori costituzionali. Una vicenda che ha sconvolto Firenze e la sua cittadinanza critica attiva.
A questa notizia si aggiungono quelle altrettanto allarmanti provenienti  da Padova (http://www.realityshock.it/?p=1297) e da Rende
(http://precariinvisibili.blogspot.com/2011/05/solidarieta-per-flavio-stasi.html).

Come lavoratorici e lavoratori della conoscenza, ricercatrici e  ricercatori, docenti universitari italiani, convinti difensori dei  valori democratici, aderiamo quindi all’Appello per la libertà di  dissenso  (https://spreadsheets.google.com/spreadsheet/viewform?formkey=dHRyNDgyNHR3YlRKTDNCc21fV3FFWWc6MQ)  e auspichiamo da parte di individui e associazioni la più estesa solidarietà al mondo studentesco impegnato, fondamentale ingrediente per un futuro migliore in questo paese.

Al contempo Rete29Aprile, CPU e CoNPAss invitano tutti coloro che sono impegnati nelle battaglie civili che riguardano il mondo dell’istruzione e dell’università a costruire uno spazio comune per segnalare e denunciare analoghi episodi.

Dalla Lombardia, 5 maggio

ORDINARIA CONTRO-INSURREZIONE A FIRENZE

Contro insurrezione preventiva. Di questo e di niente altro si tratta.

22 perquisizioni, 5 arresti domiciliari e un’infinità di obblighi di firma. Stamane all’alba gli zelanti servi della democrazia si presentano nelle case dei nostri compagni\e.

Associazione a delinquere… a Firenze l’hanno chiamata così …

Noi lo chiamiamo vivere e lottare. Organizzarsi e cospirare.

La lotta di questi compagni è la nostra lotta. La motivazione ufficiale è la partecipazione attiva ai moti di questo autunno e a quelli dei mesi precedenti. La realtà è che la capacità di tenuta dello Stato, la capacità del sistema di produrre soluzioni desiderabili fa acqua da tutte le parti. La democrazia è un dispositivo di conservazione dello status quo non un sistema politico. L’economia è una forma di gestione politica dell’esistente, non il contrario.

Ogni forma di lotta individuale o collettiva che si pone nel terreno dell’incompatibilità, ogni comportamento che eccede e sfugge al disciplinamento dei dispositivi, ogni tendenza o attitudine che tracima dalla governabilità deve fare i conti con la contro-insurrezione.Noi non ci facciamo intimidire.

Una necessità a Firenze come in altre città inizia a farsi programma. L’operazione andata in scena stamattina non è un operazione nè contro “gli anarchici” nè contro “lo spazio liberato 400colpi” nè il “movimento studentesco”. E’ un attacco a chi quotidianamente cerca di superare questi stessi confini, parrocchie e liturgie per costruire una reale prospettiva rivoluzionaria. A chi con umiltà e determinazione ha deciso di abitare gli spazi di conflitto senza scadere nella riproduzione di se stesso. E’ il “Partito” dell’Ordine contro il “Partito” dell’Insurrezione, cioè chiunque si pone nettamente sul piano dell’incompatibilità democratica.

Vi sono invece persone, comportamenti, azioni, gesti, parole che rompono questa compatibilità. Talvolta arrivano dalle strutture di movimento, talvolta no. La contro-insurrezione ha il compito di impedire che questi diversi “comportamenti scioperanti” si incontrino, si amplifichino, si diffondano, si approfondiscano e soprattutto si mettano in relazione tra loro. Viene da sé, che il nostro compito è quello opposto.Oggi hanno colpito fratelli e sorelle con cui abbiamo condiviso gioia, sogni e vita. Ieri altri e probabilmente domani altri ancora.

Ribaltando il vittimismo degli orrendi sinistroidi, noi ci ridiamo sopra. Il primo passo per battere il potere è quello di sbeffeggiarlo. Venite pure, indegni servi a svegliarci con i ferri alle 5 del mattino. Mettete pure microspie e telecamere in ogni casa, in ogni spazio. Sgomberateci, arrestateci pure.

Il vostro accanimento non fa che accrescere la percezione dell’evidenza: questo mondo sta andando a farsi fottere, nessuno lo può salvare, e in pochi, sempre meno, ne sentiranno la mancanza…

SIAMO TUTTI DELINQUENTI

SIAMO TUTTI SOVVERSIVI

SOLIDARIETA’ E AMORE AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE DI FIRENZE

400 COLPI DI MARTELLO A DIGOS ROS UCIGOS TRIBUNALE MINISTERO E CHITT’EMMUORT”

assemblea metropolitana Milano,

fu piscina-stamperia-bottiglieria(aka nomadi metropolitani per la sovversione)

spazio Tortuga

Telos-collettvo la fenice,

sommossa ovunque,

bananajoe,

scioperai uniti per la rivoluzione

colettivo ho chi min

movimento nun-te-pago sezioni di: milano, boston, athene, cancun, bali, carate brianza, melendugno

 

Da Bari:

Spazio isolato, marginalizzato. Associazione a delinquere. Provvedimenti delle forze dell’ordine.
I compagni e le compagne dello spazio liberato 400 colpi di Firenze entrano in questi giorni nel tritacarne della repressione, prima biopolitica e poi legislativa. La loro colpa, il loro delinquere, consiste nel non riconoscere gli schemi della politica classica neanche come possibili interlocutori, pensare e provare a cambiare veramente lo stato di cose presente attraverso una scelta chiara antisistemica, rinnegare l’odioso hobby borghese della militanza e scardinare il controllo capitalista che a tutti i livelli coinvolge la società.

Evidentemente la loro stessa esistenza rappresenta un pericolo reale, sia per chi da anni porta avanti le stancanti liturgie dell’opposizione sociale, con inutili manifestazioni buone solo per i capetti che devono contarsi le pecore, sia per lo stato dell’ordine che identifica finalmente un nemico e prontamente gli schiaccia la testa. Si perchè nella situazione attuale ti fanno esistere solo se aderisci al teatrino della politica italiana, se invece provi a smontare tutto, sia pure solo culturalmente o ideologicamente, ti fanno fuori.

Chiaramente il collettivo del Mercato Occupato in sciopero irreversibile non può che riconoscersi nell’esperienza del 400 colpi, così come in quella dei nomadi metropolitani della fu bottiglieria/stamperia/piscina a Milano, e in tutte quelle realtà che senza ambiguità e compromessi esprimono il proprio dissenso in maniera radicale, profonda, conflittuale. Siamo tutti isolati rispetto alle dinamiche che regolano questo mondo di merda, siamo quindi tutti delinquenti. Ma non abbiamo bisogno di contarci. Presto passeremo all’azione.

Massimo sostegno e disponibilità ai compagni e alle compagne dei 400 colpi. Siamo con voi.

Mercato Occupato

Da Roma:

QUELLO CHE ABBIAMO IN COMUNE
Sull’operazione di polizia contro il movimento fiorentino

Quello che è accaduto a Firenze – arresti, firme, perquisizioni e denunce a
carico di ben 78 persone – non è un fatto circoscrivibile all’attività di un
collettivo di facoltà, tantomeno a quella di un’area politica in particolare o,
ancora, alle vicende interne di una triste città del centro-Italia. Le persone
colpite non sono iscrivibili, come vogliono stampa e polizia, a una identità
politico-sociale (gli “anarchici” o gli “studenti” in questo caso) e sbaglia di
grosso chi, magari pensando di fare un favore agli incriminati, asseconda
questa operazione di “profiling”. In realtà l’operazione giudiziaria riguarda
chiunque si sia impegnato nell’ultimo ciclo di lotte a Firenze, a prescindere
dall’appartenenza a un collettivo piuttosto che a un altro. Per questo sono i
movimenti o meglio tutti coloro che, ovunque siano, si sentono parte delle
insorgenze del nostro tempo che devono riconoscere questi compagni e compagne
come “cosa loro” e ascriverli con forza alla loro intelligenza e alla loro
esistenza, cioè alla loro stessa potenza. Tutti quelli raggiunti oggi dalle
grinfie della “giustizia” sono parte di me, di te, di noi. Tutti loro,
indistintamente, sono la nostra parte. Perché di questo stiamo parlando e cioè
di decine di persone che in questo tempo di rivolte hanno scelto, insieme a
migliaia di altri, di scendere insieme in strada piuttosto che continuare a
rimuginare solitariamente in qualche social network, di occupare le scuole e le
università piuttosto che perdersi nella gestione della protesta, di compiere un
gesto di insubordinazione in accordo con il proprio pensiero piuttosto che di
limitarsi ad enunciarlo, di far vibrare di rabbia un territorio piuttosto che
rinchiudersi a ciarlare tra quattro mura.
Ormai in Italia – e non solo – un qualsiasi sodalizio, la condivisione di una
forma di vita, una qualsiasi amicizia che si vuole politica o la semplice
circolazione di una sensibilità comune è passibile di essere inquadrata nella
dizione “associazione a delinquere”. Guardate infatti gli atti di cui vengono
accusati i nostri amici: scritte, blocchi, occupazioni. Nulla di più che le
forme naturali di un movimento che voglia incidere nel reale. Nulla di meno che
un desiderio collettivo che segue il suo ritmo. Pensateci bene: sono le
pratiche di tutti noi. Di tutti noi che abbiamo creduto sia possibile
ribellarsi all’intollerabile. Tutto quello che, in questo senso, ha importanza
in un movimento, in una lotta o in una rivolta è sempre qualcosa di comune.
Allora ai “giustizieri” non resta che criminalizzare i legami, legami tra le
persone, tra queste e le loro parole, tra queste e un luogo, tra questo e un
movimento e così via. L’accusa di “associazione a delinquere” non è solo un
mezzo pseudo-giuridico per poter procedere a degli arresti facili: essa in
realtà si configura come la volontà governamentale di criminalizzare ogni
comune, ogni vera condivisione, ogni relazione che sfugga all’individualismo
attraverso cui si governa il “sociale”. Non esiste un movimento che non si
fondi sulla comunanza di idee, parole e gesti. Dalle università ai luoghi di
lavoro, dai centri sociali alle mille sperimentazioni collettive che
continuano, malgrado tutto, a vivere in questo paese pulsa un comune che è più
forte di qualsiasi identità o differenza. Per questo desideriamo essere al
fianco dei compagni e delle compagne di Firenze e per questo invitiamo tutti a
sentirsi parte insieme a loro, così come loro sono sempre stati parte dei
movimenti in cui abbiamo creduto.
Sebbene sia prassi che l’accusa di “associazione” non regga mai alla prova del
primo esame, questo non vuol dire che dobbiamo restare passivi, in attesa non
si sa di che sviluppi e limitarsi alle parole di prammatica. Comprendere che
sono i legami tra le singolarità che si tessono nelle lotte e che tendono a
costituirsi in forme di vita ingovernabili a costituire il vero problema della
polizia sociale significa comprendere cosa dobbiamo non solo salvaguardare ma
rafforzare. Siamo chiari: non c’è una “lotta alla repressione” che aspetta di
essere intrapresa per l’ennesima volta. La solidarietà non è un insieme di
parole sempre uguali messe insieme per l’occasione, ma la capacità di risuonare
con ciò che ci tocca e che così diviene parte della nostra vita, dei nostri
pensieri, delle nostre parole.
È questo l’augurio che facciamo ai compagni di Firenze e che ci facciamo: di
continuare a risuonare sempre più intensamente.

LIBERI TUTTI/E !

Rete Lettere, Roma 3 – Collettivo DAMS – Collettivo Scienze Politiche, Roma 3
– Assemblea Permanente Architettura, Roma 3 – Collettivo Lavori in Corso,
Università Tor Vergata – Laboratorio Mappa_Dura, Roma 3 – LOA Acrobax –
Partizan – Coordinamento Cittadino Lotta per la Casa

Da Roma:

ORA BASTA!

La macchina repressiva continua a viaggiare a pieno regime. Dopo Bologna è ora il momento di Firenze. Da questa mattina cinque, tra compagni e compagne, sono ai domiciliari. Altri diciassette hanno l’obbligo di firma. Più di settanta indagati.
Ora basta!
I compagni e le compagne dei 400 colpi sono nostri amici.
Amici con cui condividiamo l’odio per questo mondo e la voglia di cambiarlo radicalmente.
Amici con cui condividiamo la lotta quotidiana nei confronti di un sistema che vorrebbe ammaestrare corpi e menti, che ci vorrebbe soli e divisi, rassegnati. Un sistema che non può capire la passione che ci porta a vivere insieme e a far vivere gli spazi dell’università e gli spazi della città.
Amici con cui continueremo a lottare.
Amici che non lasceremo soli.
Mai.
Se polizia e magistratura partono all’attacco non possiamo che rispondere.
E non è questione di aree o appartenenze, semplicemente non possiamo accettare tutto questo.
La nostra è una posizione chiara.
Perché con questo mondo non è possibile nessuna contrattazione.
Perché solo attraverso il conflitto possiamo incidere realmente.
Tutta la nostra solidarietà, la nostra immaginazione, e l’amore per i nostri amici…

I compagni e le compagne di Roma

Dai compagni, amici e fratelli della Rete dei Collettivi:

Mercoledì 4 maggio 2011 – all’alba di oggi, agenti della digos di Firenze e sbirraglia varia hanno bussato alle porte di 22 compagni/e fiorentini. Perquisizioni nelle loro case, da Firenze, a Grosseto, alla lontana Sardegna…
Dopo averli portati alla scientifica, dove sono stati identificati, fotografati e schedati con tanto di impronte e dna, i tutori dell’ordine hanno notificato a ciascuno di loro un’ordinanza di custodia cautelare: in totale 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria tre volte a settimana. Non contenti, hanno indetto una conferenza stampa in cui vengono mostrati oggetti trovati nel “pericoloso covo anarchico”, tra cui un coltello che, però, non è stato sequestrato nella sede dello Spazio Liberato… ma questo non si dice vero?

Non ci vogliamo soffermare su quanto sia evidente la montatura giudiziaria che è stata tirata su da digos, polizie varie, antimafia, servizi segreti e chi più ne ha più ne metta… Scritte sui muri, cori e blocchi del traffico diventano il pretesto per creare dal nulla teoremi su un’associazione a delinquere, che sotto il nome di “400 Colpi” comprende sì compagni/e dello Spazio Liberato, ma anche studenti medi, studenti universitari di altri Collettivi e compagni che a scuola non ci vanno più da un pezzo… Si parla di capi d’accusa che dipingono una ventina di persone come sporchi sovversivi facinorosi, quando dietro a quei “reati” si nasconde una mobilitazione generalizzata che ha visto le strade fiorentine esplodere durante l’autunno e l’inverno in risposta ad un mondo asservito al dio denaro… I capi d’accusa che compongono questo fatiscente castello di carte sono ridicoli, ma soprattutto è ridicola l’evidente volontà di provare a spezzare il movimento fiorentino, che quest’anno più che mai si è dimostrato forte, vivo, vero. Continuano a provarci, questa volta “colpirne 22 per educarli tutti”… peccato che basti colpirne mezzo, e di conseguenza tutti colpiscono a pugno chiuso le loro dolci illusioni di poterci fermare. La tendenza ad alzare il livello di repressione si sta facendo via via più chiara, associazioni a delinquere, arresti, manette…

…ma oggi pomeriggio una prima risposta del movimento è stata data, un saporito antipasto, duecento persone in piazza concentrate in nemmeno due ore, cori battenti e applausi dai passanti. Nei prossimi giorni si preannunciano succulente portate principali… compagni e compagne di Firenze hanno appetito… digos & friends si preparino, gli faremo passare la fame!

“Venite pure, indegni servi a svegliarci coi ferri alle 5 del mattino. Mettete pure microspie e telecamere in ogni casa, in ogni spazio. Sgomberateci, arrestateci pure. SIAMO TUTTI DELINQUENTI, SIAMO TUTTI SOVVERSIVI”

Dagli Studenti Federico II, Napoli


22 misure cautelari in un’azione repressiva che ha coinvolto studenti della facoltà di scienze politiche e dello “Spazio liberato 400 colpi”.

Oltre alle varie accuse di danneggiamento , resistenza , violenza privata , agli studenti è stato contestato il reato di “associazione a delinquere “, un capo d’accusa spropositato e attribuito ai compagni per poter mettere in campo l’ennesimo teorema accusatorio.

Si delinea evidente l’ennesimo tentativo di fermare le lotte, colpendo i compagni , provando a chiuderli nell’isolamento. In questa fase di violente strette repressive vogliamo esprimere la massima solidarietà e complicità agli studenti e compagni denunciati e perquisiti.

Studenti Federico II

Da Infoaut:

Un’ingente operazione di polizia ha portato stamani all’emissione di misure cautelari per 22 compagni nella città di Firenze, e a perquisizioni e denunce per molti altri (circa 78 in tutto); quasi tutti studenti, legati allo Spazio liberato 400 colpi e alla Rete dei Collettivi.

Per 5 compagni sono scattati gli arresti domiciliari, per 17 l’obbligo di firma. Non stupisce né la dinamica dei fermi né il tempismo della questura fiorentina. Con un elaborato e fantasioso teorema vengono colpite e criminalizzate le dinamiche di conflitto dell’autunno: tra i reati contestati vi sono cortei non autorizzati, blocchi di strade e di stazioni, occupazioni di edifici, danneggiamenti e episodi di violenza verso le forze dell’ordine (presumibilmente in riferimento alla contestazione alla Santanchè).

Misure che hanno l’odore di arresti preventivi, a due giorni da quello sciopero generale chiesto a gran voce anche e soprattutto dal movimento studentesco e universitario durante l’autunno, e che il movimento si sta preparando ad attraversare.

Dalle realtà studentesche d’Italia:

78 indagati, 22 misure cautelari, nello specifico 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma. È questo il prodotto della retata realizzata il 4 maggio a Firenze. Gli attori sono Digos, Ucigos e AISI, vale a dire tutti gli apparati statali dediti più nello specifico alla repressione. I capi d’imputazione sono diversi e svariati. Il più assurdo è sicuramente quello di “associazione a delinquere”: sminuire il conflitto politico al grado di delinquenza comune è il chiaro segno della volontà delle forze della repressione.

Al centro dell’attacco c’è proprio il conflitto. In una società che si vorrebbe senza tensioni sociali, in cui tutti i soggetti istituzionali ed affini parlano di pace e armonia sociale nonostante viviamo un periodo di durissimo attacco ai diritti, alle condizioni di vita e alle prospettive future, bisogna cercare di mettere a tacere le voci e fermare i corpi di chi parla e pratica il conflitto. Ed allora colpire in primis il movimento studentesco, che è stato capace di mettere in campo durante lo scorso autunno una determinazione ed una radicalità che hanno sorpreso molti in tutta la penisola, ponendosi anche come interlocutore per lotte che trascendono gli angusti confini dei nostri atenei, può diventare una priorità.

Per essere più efficaci e per essere sicuri di riuscire ad isolare hanno preferito agitare quello che ormai è  “lo spauracchio” degli anarchici”, sminuendo un’ideologia ed equiparandola a qualcosa di non ben definito, ma di fortemente pericoloso; spauracchio messo in scena dagli organi di stampa, secondo l’ormai noto canovaccio di “Sbatti il mostro in prima pagina”. Sarebbe ben più difficile suscitare un sentimento di condanna se si parlasse di giovani e giovanissimi, fra cui ci sono, ovviamente, sia anarchici che non, per lo più studenti, e se si esponessero le ragioni, le motivazioni profonde, che hanno fatto sì che per mesi, giorno dopo giorno, fossimo nelle strade e nelle piazze per contrastare la “riforma Gelmini”, il paradigma del “piano Marchionne”, la privatizzazione dell’acqua, la distruzione del welfare. In quei mesi, nelle aule universitarie e in qualunque luogo ci siamo incontrati, abbiamo provato ad immaginare traiettorie diverse, un futuro che fosse altro da quello che ci vorrebbero cucire addosso. E abbiamo provato a mettere in pratica ciò che ci dicevamo, ciò che veniva fuori dai tanti momenti di confronto e anche di scontro che abbiamo avuto l’intelligenza e la fortuna di coltivare. Con quest’operazione repressiva si vorrebbe negare la più intima essenza di tutto ciò: si colpisce a Firenze, ma il colpo è avvertito da ognuno di noi, nelle nostre lotte e nelle nostre città.

E, poiché oggi è più evidente che i movimenti che esprimono conflitto danno fastidio ai governanti di un sistema sociale in crisi, indietro non torniamo.
Solidarietà alle compagne e ai compagni di Firenze!

No alla criminalizzazione delle lotte studentesche e dei movimenti sociali!

 

Assemblea Permanente Sociologia- La Sapienza, Roma

Assemblea Studenti Scienze Politiche – Milano

Aula Flex- Napoli

C.D.U.P Ingegneria- Napoli

C.P.O.A Rialzo

C.S.A Asilo Politico

C.S.O.A Spartaco

Collettivo 20 Luglio – Palermo

Collettivo Accademia In Lotta- Palermo

Collettivo Architettura Preoccupata- Napoli

Collettivo Aula R- Pisa

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

Collettivo Lavori in Corso – Roma

Collettivo No Pasaran – Caserta

Collettivo Politico Militanz- Cosenza

Collettivo Politico Scienze Politiche – Firenze

Collettivo Studentesco Cavese

Collettivo Studentesco Universtario- Salerno

Collettivo Studenti in Lotta- Catanzaro

Collettivo UniRC- Reggio Calabria

Coordinamento studenti medi bolognesi

Fuj’h Accademia di Belle Arti – Napoli

L.S.A. Assalto- Cosenza

LINK- Napoli

Resistenza Universitaria – Roma

PrendoCasa- Cosenza

Rete Studenti Salerno

Studenti Autorganizzati Campani- Napoli

Studenti Comunisti – Bologna

Studenti Federico II

Da Bologna:

La mattina del 4 maggio, a distanza di un mese dall’attacco repressivo che ha colpito Bologna, la DIGOS ha ripetuto un copione molto simile a Firenze: perquisizioni di 78 persone, 22 misure cautelari (in maggioranza obblighi di firma) e l’accusa di associazione a delinquere per sette persone, cinque delle quali sono state messe agli arresti domiciliari. Un copione che si ripete: laddove la legge delle stato trova un’opposizione sempre più diffusa e reale, allo stato resta soltanto la repressione con il manganello e con il codice penale.
Gli spazi democraticamente consentiti, pur non essendo ciò che ricerchiamo e che vogliamo mantenere, si stanno restringendo sempre più.
Pur essendo convinti che la reale essenza dello stato sia proprio questa e che, in momenti particolarmente caldi, arrivi semplicemente ad esplicitarsi in tutta la sua violenza fascista, ci sembra realistico dire che i fatti accaduti a Bologna un mese fa e oggi a Firenze sono molto significativi rispetto a come lo stato sta indiscriminatamente cercando di colpire le individualità e gli spazi che non hanno mai fatto mistero di sentirsi estranei all’ordine democratico, tanto più in un momento storico in cui in nome della legge lo stato stesso bombarda oltre confine e rinchiude chi fugge dalle guerre della democrazia.
Ai compagni bolognesi colpiti il 6 aprile e ai compagni fiorentini colpiti oggi viene contestato il reato di associazione a delinquere sulla base di una serie di iniziative, cortei, presidi con i quali negli ultimi anni non abbiamo mai smesso di essere presenti nelle nostre città. Una palese montatura politico giudiziaria. Questo è ciò che troviamo nei fascicoli. Queste le motivazioni politiche di chi non accetta più che in due città come queste non vigano il silenzio e la rassegnazione.
Se continuare ad opporsi quotidianamente a un sistema che ci vorrebbe schiavi, ritenendolo giusto al di fuori del binomio legale/illegale, significa continuare a essere definiti delinquenti, delinquenti saremo.
Solidarietà e complicità con i compagni colpiti dall’ennesima ondata repressiva a Firenze e a Bologna.

Compagni/e di Bologna

Da Siena:

Il CAAT (Coorrdinamento antifascista e antirazzista Toscano) Siena e il comitato NO CIE di SIENA esprimono la loro piu’ ampia solidarieta’ ai compagni del collettivo 400 colpi di Firenze colpiti dalla repressione e da un piano di giustizia preventiva tanto amato dal nostro governo.

E’ evidente che sono stati colpiti in quanto sono un punto di riferimento nella protesta contro la riforma Gelmini e per la difesa del diritto allo studio , in piu’ come non notare la coincidenza nei tempi, della visita del ministro Frattini a Firenze, e del dichiarato dissenso per questo arrivo in citta’, con quest’ondata di ripressione avvenuta la notte scorsa.

Ribadiamo la nostra solidarieta’ e la volonta di continuare a Resistere
Da La Riottosa

Stamani alle prime luci la polizia si presenta alla Riottosa per effettuare la perquisizione di una delle roulotte circostanti. Al termine dell’operazione (priva d’esito, c’é bisogno di dirlo?) il compagno che dormiva nella roulotte viene condotto al suo indirizzo di residenza per un’altra perquisizione, poi gli viene notificato l’obbligo di firma. Veniamo a sapere che si tratta di una delle 24 misure cautelari imposte dal giudice nell’ambito di un’indagine che coinvolge molti appartenenti al movimento studentesco fiorentino secondo l’articolo 416 (associazione a delinquere); evidentemente l’ennesima intimidazione a chi negli ultimi mesi si è opposto a questo clima mortifero, di certo (profetizziamo) un’altra indagine inconsistente, basata solo sulla volontà politica di colpire qualsiasi dissenso, in linea con le indicazioni di Maroni, e con quanto avviene in tutta Italia.
Esprimiamo il nostro caloroso affetto, il nostro assoluto sostegno, la nostra totale complicità con chi viene colpito oggi dalla repressione, certi che nelle prossime ore la solidarietà si allargherà moltissimo, e i compagni non verranno lasciati soli.

Libertà per tutti gli indagati!

La Riottosa Sguott
Solidarietà dall’Asilo Occupato di Torino

Anche i compagni dello spazio liberato 400colpi, dopo l’attacco al Fuoriluogo di Bologna, sono oggetto di una campagna repressiva che intende colpire e ridurre al silenzio chiunque pratichi il conflitto permanente e l’azione diretta, chiunque traduca nel quotidiano la critica radicale a questo esistente. Questo è il prezzo da pagare per chi non si piega ai compromessi, per chi si ostina a sollevarsi e  creare crepe nel grigiore opprimente della pacificazione imposta. Quello che sbirri e magistrati non possono afferrare, perchè eccede gli schemi ottusi della loro visuale, e che l’insofferenza a la rabbia che li minacciano non si possono ridurre a una sigla, limitare nel perimetro di etichette, soggetti, fantasiosi organigrammi organizzativi o  presunte identità , pergiunta create ad hoc. Perchè si annidano ovunque. Perchè sono ovunque latenti e pronte a dilagare, da ogni intersizio del vostro controllo. I media parlano di 22 compagni arrestati, a cui si imputa il contributo pratico alle lotte studentesche di questo autunno, quella determinazione necessaria per essere da stimolo alle lotte. Non sappiamo nient’altro di più preciso, non ci interessa discutere sul terreno di reati e accuse, lo lasciamo ai tribunali e ai nostri nemici. Quello che ci interessa è usare la solidarietà come arma pratica per disinnescare i meccanismi repressivi, per ribadire che non abbiamo alcuna intenzione di arretrare.

Solidarietà ai compagni e alle compagne di Firenze, solidarietà allo Spazio Liberato 400colpi!

Asilo Occupato – Torino

Dai CARC:

La Federazione Toscana del Partito dei Carc è vicina ai compagni e alle compagne dei collettivi studenteschi medi ed universitari di Firenze che stamani sono stati colpiti dalla repressione Poliziesca con 22 ordinanze di custodia cautelare e oltre 70 denuncie. Con molta probabilità questi arresti “in perfetto stile fascista” sono stati effettuati preventivamente sia con lo scopo di colpire il centro della mobilitazione cittadina che nell’ultimo anno si è sviluppata per contrastare la riforma scolastica della Gelmini, sia in previsione dell’arrivo in città del ministro degli esteri Frattini, atteso nella giornata di lunedì 9 maggio con la conseguente protesta che sfocerà in un corteo cittadino che vedrà concentrarsi in Piazza della Repubblica alle ore 13: 30 le diverse realtà che si oppongono alle guerre imperialiste e alla politica di “sangue e dolore” della banda Berlusconi. Firenze (come già Pistoia nell’ ottobre del 2009) si è trovata coinvolta in un’ennesima operazione repressiva mirata a stroncare una legittima lotta popolare dove le forze dell’ordine hanno ricoperto un ruolo esplicitamente eversivo a sostegno agli interessi della borghesia. Rilanciamo l’appello a tutte le organizzazioni operaie e popolari che non sono disposte a vedersi togliere tutto ciò che rimane delle conquiste di benessere e civiltà a unirsi e coordinarsi per contrastare con maggiore efficacia gli attacchi dei padroni e trovare una via popolare per superare la crisi.

Dai Lavoratori in Appalto dell’Università di Firenze:

Le modalità dell’operazione e le accuse con cui si apprende dalle agenzie di stampa dei 22 arresti, dei 78 indagati e delle numerose perquisizioni riguardanti alcuni studenti dell’Ateneo fiorentino “appartenenti all’area anarchica di un gruppo che fa riferimento agli ambienti studenteschi e a un centro chiamato ‘Spazio liberato 400 colpi’ ” ci ha sbigottito e allo stesso tempo ci preoccupa molto.
Alla luce delle notizie che abbiamo appreso, non c’è dubbio che ci troviamo difronte ad una persecuzione politica a danno dell’ala più radicale del movimento studentesco che a partire dalle manifestazioni dell’Onda ha continuato nella propria opera di contestazione delle politiche fasciste del Governo Italiano.
In un Paese nel quale l’illegalità dei potenti è all’ordine del giorno, in cui i più elementari diritti umani sono quotidianamente calpestati e sono messi continuamente in crisi e in dubbio i fondamentali principi del cosiddetto sistema democratico, ci sembra spropositata una tale operazione delle Forze dell’Ordine, dei Servizi Segreti (!?!) e della Magistratura tanto da confermarci l’idea di trovarci davvero in un periodo in cui il rischio di una deriva autoritaria e dittatoriale sia altissimo.
A coloro che si vantano della riuscita di una tale operazione, che tanto tempo, fatica e denaro pubblico ha necessitato, vorremmo ricordare che sarebbe bastato frequentare le Facoltà dell’Ateneo fiorentino di persona, non con telecamere (poco) nascoste più volte scoperte, giustamente rese inefficaci e più volte reinstallate, per avere informazioni su quegli studenti e sulle loro iniziative organizzate alla luce del sole !!
Si può essere più o meno d’accordo con la linea e la pratica politica di questi studenti, ma certo è che difronte a questo circo inquisitorio anche un democratico cittadino, non necessariamente anarchico o comunista, non può rimanere solo semplice spettatore !

Assemblea Lavoratori in appalto nell’Università di Firenze e RSA FILCAMS CGIL

Dalla Rete Antifascista Napoletana:

Come Rete Antifascista Napoletana esprimiamo piena solidarietà ai 22 compagni e compagne di Firenze che ieri, mercoledì 4 maggio, hanno subito l’aggressione e la repressione della polizia. Quella che sta andando in scena nel capoluogo toscano, con accuse che hanno davvero dell’incredibile (come “associazione a delinquere”!) è l’ennesima farsa inscenata in nome della legalità, per intimidire e tentare di arginare inutilmente chi agisce dal basso costruendo percorsi di lotta politica e sociale per cambiare la realtà in cui viviamo.

Non ci stupisce che le accuse riguardino in particolare le lotte per il diritto allo studio e contro l’aziendalizzazione dell’università, lotte che hanno infiammato l’autunno, segnando una nuova radicalità e un nuovo protagonismo dei movimenti sociali; lotte che vengono trasformate in atti criminali mentre ad essere veramente criminale è solo l’azione degli apparati polizieschi.

Non ci stupisce neanche il solito siparietto mediatico che dipinge come delinquenza comune la condotta di compagni impegnati giorno dopo giorno non solo nelle facoltà e nelle scuole, ma contro le politiche razziste, quelle dirette contro i lavoratori e quelle complici della devastazione dell’ambiente. Infine, non ci stupisce che questo segnale, che mostra la precisa volontà di aumentare il livello repressivo, coincida con i recenti episodi di aggressioni fasciste, come abbiamo visto a Roma e sperimentato proprio a Napoli negli ultimi giorni. Attraversando l’Italia, il binomio di fascisti e polizia è sintetizzato nell’immagine della croce celtica appesa nell’ufficio politico del commissariato di via Cadamosto a Milano.

La nostra determinazione e le lotte che portiamo avanti fanno paura. Noi non lasceremo mai che poliziotti, fascisti e mazzieri in doppiopetto ci fermino.

CONTRO REPRESSIONE E FASCISMO

ORA E SEMPRE RESISTENZA

Dai COBAS:

Comunicato stampa a tutti gli organi d’informazione

La Confederazione Cobas di Firenze esprime la propria solidarietà ed offre sostegno legale e materiale agli oltre 70 indagati nella assurda operazione di polizia tenuta nella giornata ieri. Si tratta di una parte di quelle migliaia di studenti e lavoratoti precari con cui i cobas hanno condiviso le lotte di questi ultimi mesi, contro l’infame riforma della scuola, per la difesa degli spazi urbani dalla speculazione, per l’affermazione dei diritti e della dignità dei lavoratori e dei migranti. I Cobas denunciano l’assurdità degli oltre 20 provvedimenti cautelativi assolutamente sproporzionati alla pochezza dei presunti reati contestati che vanno dall’occupazione di suolo pubblico, alla manifestazione non autorizzata, passando per l’interruzione di pubblico ufficio. I Cobas denunciano il maldestro tentativo di criminalizzare forme di protesta che appartengono interamente alla tradizione di lotta dei movimenti operai e sociali. Denunciano il tentativo di assimilare al reato associativo qualsiasi forma di lotta auto organizzata nell’ambito dell’insubordinazione sociale. Denunciano la violenza dello stato, con la complicità ideologica di media e istituzione locali, nel tentativo di stroncare qualsiasi forma di espressione del dissenso in questo territorio. Uno stato che si rende protagonista di atti di terrorismo internazionale in Afghanistan come il Libia, che non riesce a processare delinquenti, fascisti e razzisti di governo. Governo che mentre promuove assurde operazioni di polizia supportate da ridicoli teoremi contro i movimenti sociali. Lascia impunite le scorribande di neofascisti di ogni risma. Un governo che con la tentata truffa ai danni della volontà popolare tenta di evitare i referendum per l’acqua pubblica e per dire definitivamente no al nucleare.

Confederazione Cobas Firenze

Da Livorno:

Il coordinamento studentesco livornese e il C.S.A. Godzilla esprimono la massima solidarietà agli studenti fiorentini che questa mattina sono stati colpiti dall’ennesima misura cautelare ingiustificata da parte di una macchinazione della questura fiorentina, che rappresenta la volontà di far scomparire un movimento studentesco nato ed attivo fin dal 2008.

Un’ ulteriore conferma l’abbiamo avuta stamattina, dove sono stati effettuati 22 arresti preventivi che hanno portato alla convalida di 5 persone agli arresti domiciliari e dei restanti 17 con l’obbligo di firma alla polizia penitenziaria.
Ricordiamo che già in passato erano state fatte indagini che hanno portato ad analoghe misure cautelari con il ritrovamento di micro spie all’interno dello spazio autogestito.
Libertà per gli studenti fiorentini!
Coordinamento studentesco livornese
C.S.A. Godzilla
Dall’USB:

Ricomincia la caccia alle streghe ? Con grande enfasi la stampa, la radio, la televisione danno risalto all’operazione che avrebbe sgominato “una pericolosa banda di anarchici”, al punto da far pensare che fosse stata individuata una vera e propria “centrale eversiva”….. Ma poi gratta gratta si scopre che le imputazioni dei “presunti” sarebbero quelle di aver imbrattato qualche bancomat e fatto qualche scritta sui muri. Di fatto si tratta di attivisti studenteschi che sono stati protagonisti delle lotte dell’autunno scorso contro la nefasta riforma Gelmini della scuola. Ed oggi, come nell’autunno scorso si sceglie da parte del potere politico la via della repressione per cercare di spengere qualsiasi movimento sociale che vada in “direzione ostinata e contraria” al quadro politico e alla finta opposizione presente nel paese. E’ un film vecchio e già visto, ma è pur sempre un terribile deja vu, per altro a Firenze nell’ultimo decennio non si era mai assistito ad un’operazione “repressiva” di simili dimensioni. Come USB esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli studenti che sono stati protagonisti delle lotte degli ultimi mesi. Firenze 5 Maggio 2011
Dalla Versilia:
La mattina del 4 maggio a Firenze è partita una vasta operazione repressiva guidata da Digos e servizi segreti interni contro diverse realtà di movimento fiorentine: il bilancio è di 78 compagni denunciati, 22 perquisiti, 5 arresti e diversi compagni con l’obbligo di firma.
I compagni e le compagne del Coordinamento Anticapitalista Versiliese esprimono tutta la loro solidarietà con i compagni di Firenze inquisiti: è evidente a nostro avviso il tentativo di criminalizzare quei soggetti che, in questi mesi, sono stati in prima fila nelle lotte contro la demolizione della scuola pubblica, contro la devastazione del territorio e le guerre imperialiste.
Ciò risulta chiaro dai capi di imputazione: occupazione, interruzione di pubblico servizio, danneggiamenti, ecc. che altro non sono che i soliti reati contestati a chi quotidianamente lotta dal basso per il superamento dello stato di cose esistente. È da segnalare inoltre come, rispetto al passato, non venga più contestata ai compagni l’associazione sovversiva (il famigerato 270), bensì la “semplice” associazione a delinquere.
Crediamo che la migliore risposta a chi pensa di intimorirci con le perquisizioni e gli arresti, sia quella di continuare sul cammino della lotta per l’abbattimento del capitalismo e per una reale alternativa di sistema.Coordinamento Anticapitalista Versilese (CAV)
Partito Comunista dei lavoratori- Versilia
Sinistra Critica- Versilia
Spazio Antagonista Resistenza Sociale (SARS)
DadaViruz Project
Dalle Brigate di Solidarietà Attiva:

78 indagati, 5 arresti domiciliari, 17 obblighi di firma. Sgominata
pericolosa banda di mafiosi? Arrestato un grande boss? No, nulla di
tutto questo. Questo è il bilancio di una indagine di Digos e Servizi
segreti, durata più di due anni, contro il movimento studentesco
fiorentino.
E quali sarebbero queste pesanti accuse, sulle quali, a nome della
REPRESSIONE, sono riusciti a montare l’imputazione per associazione a
delinquere? si tratta per caso di mafia? di terrorismo? pestaggi?
mandanti di delitti?No, ancora una volta, nulla di tutto questo.Bensì
aver organizzato cortei non autorizzati, offeso (a parole) le forze
dell’ordine, fatto scritte sui muri, danneggiato le banche dei
padroni;fatti legati a due anni di mobilitazioni sui temi più svariati
(antifascismo, antirazzismo, anticapitalismo, lotta ai tagli alla scuola
e ai servizi, lotta alle privatizzazioni) sono stati collegati non ad
una precisa volontà politica, ma al puro spirito di delinquere. Ebbene
si, si tenta di rovesciare sul movimento fiorentino l’accusa di
associazione a delinquere per aver lanciato due uova, fatto due scritte,
aver bloccato i binari.
Certo “sbattere il mostro in prima pagina”, mostrare “mazze, coltelli ,
bombolette” magari con sotto la scritta “pacchi bomba” (tg 4), buttarla
tutta sul “sono anarco-terroristi” ha il suo effetto: a sentire i
telegiornali davvero c’era una banda di delinquenti pronti a tutti. Poi
si scopre che le mazze sequestrate sono bandiere, e non ci sono fatti di
cronaca che raccontino di mazze usate ai cortei, che il coltello si
usava per tagliare il pane in uno spazio dove si organizzano spesso cene
e aperitivi. E nessuno si domanda quale sia l’alto livello di
pericolosità derivante dal detenere in casa lampadine, stencil,
bombolette.
No chiaramente la Digos ha fallito il suo intento: trovare molotov o
cose simili. Ma l’indagine era iniziata, la proroga è stata necessaria
per non far finire tutto in una buffonata. Evidentemente non ci sono
riusciti e si sono dovuti attaccare ai mass media, rovesciando la
realtà e ingigantendo i fatti, per ottenere qualcosa.
Lo scopo è chiaro: ridurre a semplici delinquentelli ragazzi che fanno
politica e che quindi, quando scendono in piazza, hanno precise e chiare
rivendicazioni.
Quali? Pretendere che la scuola e l’università siano pubbliche ed
accessibili, pretendere un futuro che non sia precario, rispondere
all’arroganza del padrone Marchionne. Se avere queste idee e manifestare
per quello è delinquere, allora molti sono delinquenti.
La conflittualità si è alzata in tutta Italia c’è una società che si
sta ribellando a Marchionne, alla Gelimini, a Frattini e la sua guerra
“umanitaria”, a Tremonti e i suoi tagli, a Berlusconi. Lo ha fatto a
Napoli già da due anni, con la gente picchiata dalla polizia perchè
chiedeva di capire se a Chiaiano c’erano rifiuti tossici o meno. Lo ha
fatto a L’Aquila, dove la gente è stata caricata perchè toglieva con le
carriole le macerie dal centro, di cui nessuno si occupava. Lo ha fatto
a Roma il 14, studenti e lavoratori uniti. Come diceva Brecht “tutti
vedono la violenza del fiume che scorre, nessuno vede quella degli
argini che la costringono”, ugualmente si tenta di far pensare alle
persone che la violenza sia fare una scritta sul muro o lanciare un uovo
e non sia violenta la strage bianca dei morti sul lavoro, dello
smantellamento dei servizi pubblici, della cancellazione del contratto
collettivo nazionale del lavoro a colpi di referendum-ricatto. E’
violento imbrattare un bancomat delle ricche banche generatrici di
crisi, ma non è violento dire che la ex 626 (legge sulla sicurezza sul
lavoro) è un optional che in piena crisi del capitalismo non possiamo
permetterci. Una risposta forte è il minimo che si possa offrire a
questo governo scellerato e a questa Unione Europea razzista e
capitalista.

Per tutti questi fatti esprimiamo quindi la più totale solidarietà agli
studenti e ai lavoratori fiorentini coinvolti in questa inchiesta.
La repressione non farà altro che rendere più forte e convinta la
nostra lotta.
TUTTI LIBERI

BRIGATE DI SOLIDARIETA ATTIVA TOSCANA

Da Pisa:

LE LOTTE NON SI PROCESSANO SOLIDARIETÀ A CHI VIENE COLPITO DALLA REPRESSIONE Il Collettivo e i/le ragazzi/e dell’Aula R esprimono solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti/e dalla repressione poliziesca a Firenze. Alle prime avvisaglie di malcontento generale, quando la lotta aumenta e si radicalizza, gli apparati difensivi dello stato, sia che si nascondano dietro una divisa o una croce celtica, colpiscono chi da sempre si oppone a quelle logiche di asservimento e obbedienza che ci vogliono zitt* e allineat*. Quando l’accusa di terrorismo non è più funzionale alla macchina repressiva, il potere giuridico, non sapendo più a che dicitura appigliarsi, estrae dal cilindro il reato di associazione a delinquere (vedi compagn* arrestat* a Bologna). Chi ci vuole isolat* e impaurit* ci troverà combattiv* e solidali.

Collettivo Aula R Compagni/e Aula R

Da Torino: Come compagni e compagne del Collettivo Universitario Autonomo di Torino esprimiamo la nostra solidarietà ed il nostro sostegno agli studenti fiorentini che questa mattina hanno subito l’intervento della digos, che ha portato all’emissione di 22 misure cautelari, quindi obblighi di firma e arresti domiciliari. La digos ha fatto sia irruzione all’università che perquisito abitazioni, automobili, etc, degli studenti coinvolti nelle indagini. I ragazzi fermati sono quasi tutti studenti incensurati che hanno attraversato le proteste contro la riforma Gelmini creando mobilitazione permanente, costituendo un altro focolaio di protesta universitaria contro il governo Berlusconi, e per questo oggi vengono puniti! Non siamo nuovi ai teoremi giudiziari che tentano goffamente di affossare i movimenti studenteschi, ma in questo caso leggiamo dall’articolo comparso su La Repubblica che addirittura che “Le misure cautelari sono state eseguite dalla Digos e coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Cinque i giovani agli arresti domiciliari, 17 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I servizi segreti interni (Aisi) hanno dato un importante contributo alle indagini”, e quello che ci viene da pensare non può essere che, se tanta energia è stata spesa da parte dello Stato significa che gli abbiamo fatto per davvero paura! Quindi il nostro progetto di lotta deve essere quello di continuare, di andare avanti, di non compiere un passo indietro! Dentro i collettivi, le scuole e le università, brucia il fuoco della rivolta di una generazione che rifiuta crisi e precarietà! Rovesciamo la crisi, scacciamo la repressione. Solidarietà ai compagni e alle compagne di Firenze! Collettivo Universitario Autonomo – Torino

Da Padova:

Occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio queste la accuse agli anrchici e agli studenti Fiorentini, che nei mesi passati si sono distinti per attività e lotta reale. Come collettivo universitario, non possiamo che esprimere solidarietà e complicità per quanti nelle mobilitazioni studentesce non si sono limitati a passeggiare per le strade, ma hanno portato il loro contributo attivo alla distruzione di questo sistema infame. Le pratiche di riappropriazione, il blocco della produzione, la propaganda con i gesti e i simboli e il coraggio di esprimersi, anche quando i servi dello stato e del capitale si attrezzano per impedirlo, devono far parte della lotta. Chi reprime, tortura e uccide nelle carceri, sul lavoro e ai confini è l’unico terrorista.
Libertà per tutti i compagni.
Collettivo universitario 808 – Padova

Da Roma:

78 persone indagate e denunciate, 22 perquisizioni all’alba risolte con 5 compagni agli arresti domiciliari e altr* 17 sottoposti a obbligo di firma in questura tre volte a settimana. Questo è il modo in cui l’apparato repressivo guidato dalla digos di Firenze ha voluto colpire chi è stato protagonista nei mesi passati nelle lotte che studenti e studentesse di tutta Italia e non solo hanno portato avanti, contro il ddl Gelmini, ma anche in difesa dei diritti nel mondo del lavoro, e contro la presenza dei fascisti all’università, come nel caso della contestazione a quello spregevole personaggio di nome Daniela Santanché.
In un’università sempre più asservita alle logiche di profitto, difendere attivamente il diritto allo studio per tutti e tutte diventa un atteggiamento da reprimere; in una società in cui sfruttamento, disoccupazione e precarietà stanno divorando come un cancro il presente e il futuro della stragrande maggioranza della popolazione, occupare edifici, strade e binari per urlare la propria rabbia e creare percorsi di liberazione dal basso diventa una gravissima minaccia per l’ordine costituito. E così fioccano i provvedimenti repressivi, accompagnati dall’ipotesi di “associazione a delinquere”, tanto ridicola quanto preoccupante, perché indice della volontà di ridurre le lotte sociali a vuoti atteggiamenti delinquenziali, da reprimere senza pietà.
Ciò che è successo a Firenze è gravissimo, ed è chiaramente un monito a tutt* coloro che lottano quotidianamente per i diritti propri e altrui: si individuano alcuni soggetti attivi nelle lotte, si accumulano sulle loro spalle svariate denunce, che prese singolarmente sono tutte di lievissima entità, poi si inventa un teorema secondo cui azioni fatte alla luce del sole e in contesti di massa sarebbero indice di una fantomatica attività sovversiva coordinata e organizzata. In questo disegno rientrano alla perfezione i media mainstream, che senza la minima volontà di capire e far capire la realtà dei fatti, parlano di “blitz contro gli anarchici” con gli stessi toni che si usano quando viene sgominata una banda di criminali.
Tutto ciò appare ancora più pretestuoso se si considera che i compagni e le compagne coinvolt* nell’operazione appartengono a svariati percorsi ed esperienze, a collettivi diversi, hanno idee diverse su molti argomenti e dentro l’università e le scuole si confrontano e crescono, a volte assieme, a volte separatamente. Vedere che questa varietà di esperienze e idee viene gettata in un unico calderone repressivo fa veramente rabbia.
Da parte nostra, continueremo a praticare e a rivendicare le azioni di blocco, i cortei non autorizzati e tutto ciò che abbiamo sempre messo in campo per contrastare lo smantellamento dei nostri diritti; non abbiamo niente da nascondere, non dobbiamo chiedere scusa o pietà a nessuno. Ci opponiamo però con forza al tentativo di inserire tutte queste iniziative, sempre appoggiate e partecipate da una grande massa di persone, in un quadro di reato associativo, che semplicemente non sta in piedi e non è che un’infame intimidazione.

SOLIDARIETA’ TOTALE E INCONDIZIONATA AGLI STUDENTI E ALLE STUDENTESSE DI FIRENZE

LA REPRESSIONE NON CI FERMERA’

I DIRITTI NON SI MERITANO, SI CONQUISTANO!!!

Resistenza Universitaria-Red Net

Da Roma:

Firenze, maggio 2011.

L’ennesima operazione mediatico giudiziaria contro dei compagni e delle compagne che lottano

ancora una volta associazione a delinquere.

Non ci interessa stare a smentire giornalisti e pennivendoli di merda

perchè sono proprio loro che creano la canea mediatica atta a giustificare queste operazioni repressive.

Nelle arterie delle metropoli militarizzate o nei vicoli delle città vetrina

che la solidarietà sia un arma nelle mani degli sfruttati

Nè buoni Nè cattivi: Anarchici e Antiautoritari

solidarietà ai 400colpi

Assemblea Antiautoritaria di Roma

Da Cremona:

La repressione continua, facciamo la festa alla repressione.

Quello che è successo a Firenze è l’ennesimo attacco da parte dello stato fascista di annientare e zittire il dissenso autorganizzato, libertario, precario e studentesco.
Tutto questo non ci fermerà.
La solidarietà, come attivisti del CSA Kavarna, la portiamo in primis con questo comunicato e con la vicinanza attraverso l’azione diretta ai compagni e alle compagne rinchiusi, videosorvegliati e denuciati di Firenze e allo Spazio Liberato 400Colpi.
Occupare, diffondere, agire liberamente, dissentire, manifestare con i propri corpi e le proprie menti, controinformare non è questione di legalità o di illegalità ma si rifà ad un concetto dimenticato dai nemici della libertà e dell’uguaglianza: agire nella pienezza del diritto rivoluzionario di sovvertire il sistema che crea sfruttamento, ingiustizie e disuguaglianze.

Sempre al fianco di chi lotta, per la libertà di tutti.

Cospira Precario, Crea Conflitto

CSA Kavarna, Cremona.

Da Senigallia:

Quasi trecento Km separano Senigallia da Firenze. Poco sappiamo delle realtà che si muovono in quel territorio, se non quello che si legge sui siti di movimento e sui giornali.

Questo poco ci basta, però, per capire che l’operazione che ha portato a 22 provvedimenti di misura cautelare, la maggior parte a studenti universitari incensurati, non è altro che un teorema giudiziario che si scioglierà come neve al sole.

Il tentativo di chi ha ordito questa inchiesta è chiaro, fare di tutta un’erba un fascio, cioè mettere insieme diverse aree politiche, diverse persone, sotto la sigla di anarchici, per sottintendere – ma neanche tanto – l’equazione anarchici uguale terroristi. Un’equazione – e lo diciamo noi che anarchici non siamo – fondata sul niente, se non sulla menzogna.

Conosciamo, però, molto bene uno dei compagni che è finito ai domiciliari. E’ Vittorio Sergi, e anche se negli ultimi anni ha sempre vissuto prima a Bologna e poi a Firenze, lo consideriamo uno di noi. Sì, uno di noi, sia per i legami affettivi e di amicizia profonda, sia per quelli politici.
Vittorio ha sempre messo la faccia in tutte le lotte che ha praticato, una politica radicale, ma sempre fatta alla luce del sole e al fianco dei più deboli.

Nessun teorema giudiziario, nessuna operazione di polizia, nessuna menzogna della stampa, nessuna fantomatica associazione a delinquere fermerà mai Vittorio, i suo compagni di Firenze, noi e i movimenti dal metterci in gioco quotidianamente per la costruzione di un mondo più decente di questo.

Vittorio libero subito! Liberi tutti!

Mezza Canaja

Da Bologna:

LOTTARE NON E' UN CRIMINE: Solidarietà a Vittorio e tutte/i

I compagni e le compagne del Nodo Sociale Antifascista sono solidali con
Vittorio, che abbiamo incrociato nei suoi anni a Bologna e anche dopo, e
con tutti coloro che in questi anni di costante regressione civile e
repressione diffusa si agitano per una società giusta.
I compagni di Firenze non hanno per noi nessuna colpa, ma un grande
merito: quello di essere antifascisti. Li sappiamo in piazza a lottare
contro lo smantellamento dell'istruzione pubblica, il razzismo, la
repressione di stato, vecchi e nuovi fascismi.

Esigiamo la liberazione di chi è dentro e l'immediato rigetto delle misure
cautelari per Vittorio e per tutti gli attivisti colpiti dall'inchiesta
fiorentina. Un inchiesta che presenta un impianto accusatorio aberrante:
con l'accusa di associazione a delinquere, squalifica in toto come
attività criminosa la lotta politica, che per quanto radicale non è altro
che libera espressione del pensiero e della volontà di trasformazione.

Qualcosa di non troppo dissimile è successo il mese scorso a Bologna, con
l'inchiesta Outlaw che ha colpito 27 attiviste e attivisti, cinque dei
quali ancora detenuti in carcere. Invitiamo a stringersi attorno a tutte e
tutti coloro che, per le proprie lotte, in questo momento sono colpiti da
una "giustizia" sempre più vile.

Libertà per tutte/i

Nodo Sociale Antifascista - Bologna
www.staffetta.noblogs.org
staffetta@riseup.net

Dalla Spagna:

Sobre los arrestos del 4 de Mayo en FlorenciaLa investigación por “Asociación delictiva” en contra de 78 compañerxs florentinxs concluyó la madrugada de 4 de Mayo, con una gran operación de la policía y los servicios secretos: el balance es de 5 compañerxs bajo arresto domiciliario, 17 con obligatoriedad de firma, decenas de persecuciones en casas privadas y la persecución del “ Spazio Liberato 400Colpi” (Espacio liberado 400 Golpes),entorno al cual giraba toda la investigación.

Los hechos específicos impugnados están sobre todo relacionados con los episodios conflictivos que han caldeado el otoño, pero hay algo más. Manifestaciones no autorizadas, ocupaciones, daños a bancos, bloqueos de carreteras y vías ferroviarias, enfrentamientos en la universidad para impedir al ministro Santanche llevar a cabo una conferencia racista, presencia solidaria en el Tribunal de Menores durante algunos procesos a lxs compañerxs. Éstos son sólo una serie de pequeños episodios de escasa relevancia penal que, al unirse en lainvestigación “Asociación delictiva de 400Colpi”, han permitido llevar a cabo 22 procedimientos de custodia cautelar.

Luca, Pietro, Massi, Daniele y Vittorio están bajo arresto domiciliario. Estos arrestos preventivos, o, más bien de prevención contra la insurrección a gran escala, no se han limitado a atacar y arrestar a los compañerxs de “400Colpi” sino también a aquellxs que han compartido con ellxs el camino de la revolución dentro y fuera de la universidad. De este modo, se intenta atacar no solo a la revolución, sino también a los lazos que ésta ha conseguido construir en su entorno. A esto, contribuyen los “medios de comunicación” quese han referido a los arrestadxs como pertenecientes a un pequeño grupo aislado, intentando “desmantelar” así la solidaridad de la sociedad que se ha volcado a la calles de Florencia y ha hecho eco en la red.

COMUNICATI SEGUENTI ALL’OPERAZIONE DEL 13 GIUGNO CONTRO LA SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI ARRESTATI IL 4 MAGGIO:

CAAT Siena

Il CAAT Siena esprime la piena solidarieta” ai compani di Firenze colpiti dall”ennesima azione repressiva di cui si sta rendendo protagonista la citta” di Firenze. Assistiamo oggiAggiungi un appuntamento per oggi, all”ennesimo tentativo di fermare quei compagni che fanno parte dei gruppi piu” attivi contro la repressione e le ingiustizie compiute dal governo italiano. Ma non capiscono che in questo modo ci motivano sempre piu” e ci covincono sempre piu” che il nostro lavoro e” temuto, che siamo sulla strada giusta. Invitiamo tutte le realta” del territorio che fino ad ora hanno lottato contro la deriva fascista del nostro governo a sostenere i compagni colpiti e continuare questa battaglia che prima o poi dara” i suoi frutti concreti.

 

Andrea Malpezzi (Segretario Provinciale del PRC Firenze)

La Federazione provinciale del PRC ritiene del tutto esorbitanti le misure cautelari disposte dal gip di Firenze nei confronti di 16 ragazzi, alcuni appartenenti allo “Spazio liberato 400 colpi”, che gli organi di informazione si ostinano a definire con l’etichetta generica e superficiale di “anarchici”.
Il PRC, pur nella diversità della propria lotta e azione politica rispetto a quella dei giovani indagati, ritiene che le misure giudiziarie e di polizia adottate, oltre ad apparire esagerate rispetto agli accadimenti, non siano sicuramente la risposta migliore e la più idonea ad affrontare le problematiche denunciate da questi ragazzi. Se la politica cittadina, invece di lanciare anatemi, sapesse confrontarsi (e soprattutto risolvere) le questioni poste, renderebbe un servizio al territorio, alla convivenza democratica e alla politica.
Chiunque rifiuta il modello sociale ed economico imperante non può essere tout court tacciato di essere un estremista o un terrorista. Piaccia o non piaccia la politica cittadina deve delle risposte a questi giovani.
La storia ci insegna che la criminalizzazione del dissenso, anche di quello più estremo, non ha mai generato maggiore sicurezza, ma al contrario minore libertà.

Per la segreteria provinciale del PRC di Firenze.


Lorenzo Ballerini (segretario Circolo PRC Campi B.) – Sandro Targetti (Consigliere Comunale FI)

Il Circolo PRC di Campi Bisenzio denuncia la spirale repressiva e di criminalizzazione del dissenso che ieri mattina ha visto l’arresto di 7 compagni e l’obbligo di firma per altri 9 (che si aggiungono ai 78 già sotto inchiesta), nell’ambito di una vicenda giudiziaria che sta colpendo duramente l’opposizione sociale e politica a Firenze, mentre si ripetono gli sgomberi nei confronti dei migranti e di quanti lottano per il diritto alla casa.
A maggior ragione dopo la bella vittoria referendaria, occorre respingere fermamente il tentativo di isolare e criminalizzare intere aree sociali (studenti, precari, migranti, senza casa), protagoniste di lotte molto importanti ed avanzate, occorre rompere la spirale della repressione e costruire intorno agli obiettivi ed alle forme di lotta (diritti sociali, lotte operaie, difesa degli spazi pubblici e dei beni comuni, disubbidienza civile…) un ampio schieramento di consenso e di partecipazione popolare, che rappresenta il migliore antidoto nei confronti delle politiche repressive.
Il Circolo PRC di Campi Bisenzio esprime solidarietà a tutti i compagni arrestati e/o sottoposti a qualsiasi forma di limitazione della libertà personale. Liberi tutti! Estendiamo e rafforziamo il movimento di lotta!

Nuova Unità

Ribadiamo massima solidarieta” e sostegno ai compagni di Firenze

A Firenze nell’ultimo mese, dopo una serie di operazioni di controlli della Digos, per strada, dei militanti, si è scatenata la caccia a chi protesta. Per primi sono stati colpiti 78 studenti dei quali 5 messi agli arresti domiciliari e 17 sottoposti all’obbligo di firma. A questi si sommano altri 9 “rei” di aver impedito alla fascista Santanchè di entrare all’Università.
Altri 10 compagni sono stati denunciati per interruzione di servizio pubblico, in occasione di una manifestazione contro la guerra in Libia.
Per aver risposto alla repressione lunedì mattina sono arrivati altri 16 provvedimenti ad altrettanti compagni, dei quali 1 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 9 con obbligo di firma.
Questa pioggia di denunce ha lo scopo di intimidire e fermare quelle forze sociali, soprattutto giovanili, che si battono contro la scuola di classe e più in generale contro una società che nega ogni prospettiva di lavoro e di vita. Che lottano contro il capitalismo, il fascismo e i rigurgiti fascisti quali nemici giurati dei comunisti, e più in generale, delle masse proletarie italiane e straniere. È un attacco alla stessa democrazia borghese.
Colpire chi lotta contro il sistema con denunce, perquisizioni, arresti, aggiornando le schedature della polizia è il solito metodo usato dal potere per difendere lo Stato capitalista. È una strategia per dare una risposta alla crisi cercando di isolare e colpire i militanti (lavoratori e operai che rischiano di perdere la propria occupazione) delle varie organizzazioni che operano politicamente sul territorio contro la guerra, lo sfruttamento e per una società di liberi ed uguali.
Politici e mass-media (anche nazionali) si scatenano contro i “violenti” e lanciano l’allarme sulla perdita di democrazia, chiedono la chiusura dei centri sociali. Ma violenza e terrorismo sono gli strumenti di comando e prevaricazione tipici del sistema capitalista e imperialista e di chi lo sostiene. Che sfrutta i lavoratori imponendo contratti capestri, licenziando o uccidendoli in nome del profitto. Che attacca i diritti, reprime la protesta, infonde una cultura razzista che arriva a marchiare gli ambulanti stranieri e respingere i profughi di guerra.
Ai compagni denunciati e arrestati, ai compagni che saranno prossimamente processati a Firenze va tutta la nostra solidarietà militante.
Chiediamo a tutte le forze politiche, sindacali e culturali di pronunciarsi contro questo clima di autoritarismo che si sta imponendo a Firenze e in Toscana.
Continuiamo la lotta e l’impegno per respingere la repressione e per la liberazione di tutti i compagni!

 

Collettivo Bujanov – Spazio popolare autogestito DonChichotte (Valdarno)

Il Collettivo Bujanov desidera esprimere il massimo della solidarietà e dell’appoggio politico ai sedici ragazzi appartenenti a movimenti antagonisti fiorentini e non, che stamani si sono visti piombare in casa il solito apparato repressivo dello Stato. Di questi ben sei sono finiti ai domiciliari e uno addirittura in carcere a S.Vittore (Milano).
La loro colpa è stata quella di aver a loro volta manifestato solidarietà e vicinanza agli arrestati della retata del quattro maggio per reprimere il movimento studentesco fiorentino e lo spazio autogestito “400 Colpi”.
Evidentemente attraverso il controllo esercitato con filmati e fotografie, la digos e le forze dell’ordine fiorentine, pensano di punire e reprimere un movimento che da anni lotta per un sistema diverso, per una socialità diversa, per un ideale di società che tanto si discosta dalla realtà nazionale e cittadina che stiamo vivendo in questa epoca.
Questo metodo infame di controllo continuo e a distanza, ha il solo scopo di prendere una manciata di manifestanti nel mucchio, secondo la vecchia teoria del “prenderne uno, per educarne cento”; un sistema che non accettiamo e al quale sicuramente non ci piegheremo ( come del resto tutto il movimento).
E’ necessario, da subito, continuare da parte nostra a rivendicare differenti spazi di Altra Aggregazione, non fare un passo indietro rispetto alle nostre libertà di esprimere dissenso e – soprattutto – manifestare vicinanza verso chi, da oggiAggiungi un appuntamento per oggi, si trova stretto nella morsa della cosidetta legalità: attraverso una firma, un controllo dello spazio o una sbarra provano ad imporci un cambio di ideale.
Questo non dobbiamo renderlo nè tanto facile, nè tantomeno possibile: massima solidarietà a chiunque – oggiAggiungi un appuntamento per oggi come ieri – sceglie di manifestare il proprio disagio, alla propria maniera…

 

contro un sistema che NON ASCOLTA, NON SI SFORZA DI CAPIRE, MA TENDE A TERRORIZZARE SPARANDO NEL MUCCHIO DA PRIMA CON L’INFAMITA’ DI UN DITO PUNTATO, E IN SEGUITO CON LA DISINFORMAZIONE MEDIATICA.

 

Askapena- Ikasle Abertzaleak

La mattina di lunedì 13 ci é arrivata la notizia di una nuova operazione contro il movimento studentesco e antagonista fiorentino e milanese: sono state inquisite 16 persone di cui uno è in carcere, 7 agli arresti domociliari e altri 9 hanno l’obbligo di firma. Così, tra maggio e giugno, più di 100 persone sono state indagate e 35 hanno limitata, in un modo o nell’altro, la propria libertà.
Dai Paesi Baschi, l’organizzazione internazionalista Askapena e il collettivo studentesco nazionale Ikasle Abertzaleak, vogliamo, prima di tutto, esprimere la nostra solidarietà alle compagne e compagni indagati in queste operazioni repressive. Compagne e compagni che nei loro luoghi di studio, di lavoro,nei quartieri, centri sociali e paesi lottano e combattono a fianco dei settori popolari contro il sistema oppressore e sfruttatore.
In più vogliamo dennunciare l’ondata repressiva che negli ultimi mesi ha coinvolto numerosi compagni e compagne in tutta Italia. Osserviamo con preoccupazione come lo stato italiano stia applicando una legislazione repressiva di carattere preventivo contro i movimenti popolari che esprimono il proprio dissenso e propongono alternative di classe; con misure sproporzionate e retate di massa.
Così, la “democrazia” italiana, come tante altre “democrazie” occidentali che attaccano altri paesi con la scusa di difendere dei diritti civili e democratici, li nega sistematicamente nel proprio territorio. Arrestando e reprimendo con varie misure i settori piu attivi della propria società, e in particolar modo, il movimento studentesco, ovvero, coloro che costruiranno un futuro diverso.

Da Euskal Herria, in nome del movimento popolare basco, va il nostro abbraccio rivoluzionario alle compagne e compagni indagate/i, e ai loro amici e famigliari, fratelli e sorelle di lotta con i quali abbiamo avuto l’opportunità di lottare e con i quali continueremo a lottare.

 

Cantiere sociale Camilo Cienfuegos (Campi Bisenzio)

Lunedi mattina 16 compagni (tutti indistintamente e impropriamente etichettati come anarchici) si sono visti notificare altrettanti provvedimenti di misura cautelare: arresti, domiciliari, obblighi di firma.
Una operazione che arriva a circa un mese da altri arresti e obblighi di firma tesi a colpire varie realtà studentesche e non solo.
Che il clima sia cambiato, anche a Firenze, è un dato di fatto.
Operazioni sempre più spettacolari (emblematica quella verso i 400 colpi), denunce e reati associativi dispensati a piene mani, avvisi orali,”semplici”controlli e identificazioni sempre più frequenti, divieti di manifestare, sgomberi (come con i richiedenti asilo davanti a Terra Futura),..
Un clima che cerca di isolare e criminalizzare chi in questa città si è opposto e si opporrà alla costruzione di un lager chiamato Cie, alla riforma Gelmini, all’apertutra di sedi di gruppi neofascisti. Un clima che cerca di scoraggiare la militanza e la partecipazione di chi si oppone alle logiche del profitto e del capitale.

Conosciamo molti dei compagni colpiti in questi giorni. Conosciamo la loro generosità, il loro spirito di sacrificio e siamo orgogliosi di aver condiviso e di continuare a condividere con loro mobilitazioni e lotte contro il razzismo, il fascismo,lo sfuttamento. Insieme a lavoratori, studenti, precari, immigrati: per la giustizia sociale e la solidarietà internazionale.
Esprimiamo quindi la nostra vicinanza ai compagni del Cpa e del Collettivo di Scienze Politiche

Solidarietà a tutti ile compagnie colpitie dalla repressione
Liberi tuttie

I compagni e le compagne del csa vittoria di  Milano

SOLIDARIETA’ E LOTTA DI CLASSE
Alcune riflessioni sulle repressione in Val di susa e in Toscana.  Provocazione e arresti sono nella logica quotidiana del potere per contrastare le lotte sociali che si esprimono nelle piazze, nelle valli, nei luoghi di lavoro e nelle scuole/università, l’origine di questa nuova ondata repressiva probabilmente sta nella preoccupazione che la crisi politica ed economica possa essere il collante di tante lotte che continuano senza sosta a crescere e a coordinarsi.
Gli arresti e i provvedimenti restrittivi che a partire dalla Toscana si sono poi diramati per tutta l’italia, mirano a colpire quei compagni che hanno contribuito alla costruzione del movimento di studenti e  precari che hanno partecipato alla lotta per una formazione critica dell’esistente, contro la precarietà, contro le controriforme della scuola e  delle università che miravano all’annientamento del diritto allo studio. Un attacco che cerca di prevenire per la prossima stagione una nuova ondata di lotte che investirà nuovamente, nelle forme che sarà in grado di produrre, scuole e università storicamente fondamentali per cicli di lotte importanti.
Anche quanto sta accadendo di cosi violento contro il movimento No tav ha, tra le altre, questa caratteristica e questa assume una valenza più immediata vista gli ultimatum bipartizan contro chi lotta contro l’occupazione della val di susa  e contro un’opera basata su speculazione e scempio del territorio. Una scadenza imminente che tutte le forze politiche del panorama istituzionale vorrebbero come definitiva e che preparano con l’appoggio totale alla repressione (se è il caso anche con l’esercito) e l’annullamento della volontà della popolazione della valle con ogni mezzo di criminalizzazione mediatica.
La repressione è lo strumento principale del potere e la scientifica ferocia di questi attacchi repressivi con denunce a pioggia e nel contempo mirati, danno il senso dell’incapacità dell’attuale compagine governativa che si manifesta ogni giorno nell’impossibilità, strutturale, di trovare soluzione alla crisi economica e politica. Ma anche le attuali opposizioni parlamentari manifestano la volontà di candidarsi per il prossimo mandato alla guida di uno stato di polizia sempre più pronto a manifestarsi con tutta la propria forza contro chi lotta e chi vorrebbe costruire una società altra.
Non dimentichiamo che, nel contesto repressivo, i luoghi di lavoro sono stati anch’essi colpiti ferocemente con manganelli e assedi mediatici. Dalle cooperative (logistica nel milanese) alle fabbriche (es: Pomigliano) si azzerano diritti e si riducono salari indiscriminatamente e se si vuole scioperare  la risposta spesso sono le cariche della polizia.
In tutto ciò continuare a lottare, collettivizzare le esperienze e generalizzare la solidarietà  è  fondamentale per provare ad inceppare giorno dopo giorno la macchina globale dello sfruttamento capitalista.Perché la lotta paga come per la fincantieri, come in questi anni in Val di susa, come in alcune cooperative del’area metropolitana milanese.
E la lotta è lo strumento principe per costruire e riparametrare giorno per giorno coscienza e prospettiva di classe.

Contro la repressione non un passo indietro!

Solidarietà ai compagni e alle compagne

 


EUSKAL HERRIAREN LAGUNAK FIRENZE

Solidarietà alle e ai compagni arrestati a Firenze e Milano
Lo scorso 13 giugno, la polizia italiana ha eseguito un’operazione a Firenze e Milano, il cui risultato sono una carcerazione, 6 arresti domiciliari, e 9 obblighi di firma, per motivazioni riconducibili alla solidarietà espressa per l’ondata di arresti avvenuta il 4 maggio scorso: le nuove misure cautelari rappresentano l’allargamento della stessa inchiesta per associazione a delinquere, che a oggi vede indagati circa 100 compagni.

Non ci occorre nemmeno sapere quale siano formalmente le accuse pretestuose mosse contro i compagni arrestati: risulta chiaro e lampante che si tratta dell’ennesimo tentativo di sancire che non ci devono più essere spazi possibili per alcuna forma di dissenso.
Ci sentiamo doppiamente colpiti: perchè, come molti altri, siamo i bersagli di queste operazioni repressive che lo stato italiano inscena per convincerci che l’unica alternativa al silenzio è la galera; e inoltre perchè alcuni fra i compagni arrestati condividono con noi il percorso di solidarietà col Paese Basco e con la rete Euskal Herriaren Lagunak.

Questi arresti sono un attacco diretto alla pratica della solidarietà: ebbene, non ci lasceremo zittire; la solidarietà è la nostra arma, e la useremo fino in fondo contro il regime totalitario che oggi pretende di prosperare su questa repressione.
Solidarietà alle e ai compagni arrestati !
Tutti liberi ! Tutte libere !

 

Collettivo Anarchico Libertario (LI)

Nello stesso giorno in cui i partiti di opposizione festeggiavano il ritorno ad una “giustizia uguale per tutti” grazie all’esito del referendum, la giustizia e lo stato hanno mostrato il loro vero volto. Lunedì 13 giugno 7 persone sono state arrestate, 6 ai domiciliari e 1 in carcere a San Vittore a Milano, ad altre 9 è stato imposto l’obbligo di firma. Questo è un altro tassello che va ad aggiungersi all’operazione repressiva nei confronti del movimento fiorentino iniziata il 4 maggio scorso.
Lo scorso mese infatti con 22 perquisizioni, 17 obblighi di firma, 5 arresti domiciliari e 78 indagati, si apriva a Firenze una nuova pagina della guerra dichiarata dal governo ad ogni forma di dissenso. Negli ultimi mesi in tutta italia si sono susseguite azioni repressive, a Bologna, a Padova, a Firenze, a Torino e proprio in questi giorni in Val di Susa contro il movimento NO TAV.
Quello di Firenze è forse l’esempio più evidente del senso complessivo di queste ultime operazioni poliziesche. Nel capoluogo toscano infatti si sono voluti colpire compagni e compagne, studenti, lavoratori, si è voluto colpire, con una montatura da 90 indagati, chi negli ultimi due anni si è attivato nel movimento contro la “riforma Gelmini”, nelle mobilitazioni antifasciste e nella lotta antirazzista.
Attorno ai reati contestati (tra cui istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale, deturpamento e imbrattamento, manifestazione non autorizzata, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio), la questura, il PM ed il GIP hanno voluto costruire un’associazione a delinquere. Un vero e proprio tentativo di stroncare la Firenze che lotta, di attaccare ogni forma di dissenso, di colpire le realtà più attive per ostacolare nuove mobilitazioni e prevenire ogni forma di ribellione.
In un contesto come quello attuale, in cui la violenza dello stato e lo sfruttamento si fanno sempre più pesanti, in cui partiti ed istituzioni perdono sempre più consenso, in cui si vanno sviluppando e radicando nel paese numerose situazioni di lotta, cresce nel governo, nei partiti d’opposizione e nei padroni, la paura di una vera estensione e radicalizzazione delle lotte. Nell’ultimo mese questa paura si è espressa nelle operazioni poliziesche in diverse città e nella richiesta di intervento dell’esercito, prima contro gli operai dei cantieri navali, poi contro il movimento popolare NO TAV in Val di Susa. Parallelamente si è tentato di catalizzare in senso elettorale il malcontento diffuso, sfruttando le elezioni amministrative ed il referendum. E’ questo il senso dell’operazione repressiva a Firenze. E’ necessario adesso estendere la solidarietà e ripartire dalle lotte. Come Collettivo Anarchico Libertario di Livorno siamo solidali e vicini a tutte le compagne ed i compagni arrestati.

LIBERTA’ PER TUTTE E PER TUTTI!


 

Per un’altra città Firenze
Ancora arresti fra gli studenti, Fermare la spirale repressiva.
Dopo i provvedimenti del 4 maggio, ieri mattina altri arresti e altri dispositivi cautelari nei confronti di esponenti dei collettivi universitari e dell’area antagonista. Abbiamo già denunciato il tentativo di criminalizzare un’intera area di opposizione sociale, operazione che riteniamo grave e pericolosa. Con la seconda fase dell’operazione non possiamo che confermare queste analisi, anche in relazione alla sproporzione fra misure adottate e ipotesi di reato contestate. L’intera operazione è chiaramente volta all’isolamento di intere aree di dissenso e di azione politica: attualmente a Firenze sono 35 i ragazzi soggetti a misure restrittive, e un’altra sessantina di peersone sono indagate a vario titolo. Un bilancio pesantissimo, che in nessun modo trova riscontro nella realtà di quanto accaduto negli ultimi dua anni. Nell’esprimere solidarietà a quanti sono interessati dai provvedimenti, riteniamo necessario fermare questa inaccettabile spirale repressiva.

 

Partito comunista dei lavoratori (Toscana)

Ieri mattina [il 13 giugno 2011] Firenze è stata nuovamente teatro di una azione repressiva nei confronti di compagni e compagni protagonisti delle lotte politiche e sociali che si sono svolte in città negli ultimi mesi.
Questa volta sono stati colpiti una decina di compagni del Centro Popolare Autogestito di Firenze Sud, una delle realtà di lotta più importanti della Toscana, colpendo i militanti del CPA si è voluto colpire l’intero movimento toscano.
Dopo aver colpito nel mese di maggio 22 compagni dei collettivi studenteschi con l’azione repressiva di oggi si è voluto alzare il tiro e colpire un luogo simbolo dell’opposizione sociale cittadina.
Sette compagni, tra i più stimati e conosciuti, sono stati arrestati ed almeno una decina hanno subito la perquisizione domiciliare.
L’azione di oggi è un tentativo di mettere un freno al movimento che in città si è sviluppato negli ultimi mesi e che ha portato in piazza migliaia di persone, sopratutto giovani, per contrastare le politiche antipopolari ed antioperaie del governo Berlusconi e che qui a Firenze trovano una facile sponda con il sindaco Matteo Renzi e la complicità dei vertici del centrosinistra.
Il Partito Comunista dei Lavoratori della Toscana esprime la propria solidarietà a tutti i compagni vittime della repressione e chiede l’immediata liberazione dei compagni arrestati. Crediamo anche che sia necessaria una grande mobilitazione per denunciare il grave clima di repressione che stiamo vivendo in città.

 

Arbeschida Sarda (circoli degli emigrati sardi anticolonialisti)
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Lo scorso 13 giugno, a Firenze, sedici tra compagni e compagne italiani hanno visto il loro sonno turbato dall’arroganza e dalla prepotenza della macchina repressiva dello stato.Alle 6 di mattina la DIGOS è irrotta nei loro appartamenti e oggi, mentre scriviamo, sei di loro sono obbligati agli arresti domicilari, senza la possibilità di comunicare con nessuno. Ad altri nove è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria: ovvero la costrizione di firmare in un commissariato più volte a settimana. Lo stesso giorno, a Milano, un compagno è stato incarcerato a S. Vittore. 

Per uno stato ipocrita come quello italiano, dove mafiosi, massoni e fascisti muovono indisturbati le redini dei settori strategici dell’economia e della politica, i “nemici delle istituzioni” sono ancora una volta quelle persone che ogni giorno, con tenacia e coerenza, cercano di sradicare le contraddizioni di questa società malata, smascherandone le ingiustizie e combattendone i mille fascismi che si annidano in essa.

Arbeschida Sarda è vicina ad ogni compagno fermato e, condannando fermamente questo attacco, esprime massima solidarietà nei confronti del CPA, una delle poche realtà italiane sempre pronte a sostenere senza sconti nè condizioni la causa del popolo sardo e di tutti popoli in lotta per la propria autodeterminazione.

Contr’a·i cust’istadu de meres e fascistas…libertade pro sos cumpanzos italianos!

 

 

Rete dei collettivi studenteschi fiorentini
Già la retata del 4 maggio scorso aveva suscitato grande scalpore a livello cittadino e nazionale, con 5 arresti domicilari e 17 obblighi di firma: un tentativo evidente di frammentare il movimento, unito alla criminalizzazione mediatica di pratiche portate quotidianamente avanti dalle migliaia di persone scese in piazza durante le mobilitazioni di quest’anno.A distanza di poco più di un mese la scena si ripete: stamani, 13 giugno, alle 6:30, 16 persone sono state svegliate da agenti della Digos nelle loro case. 6 di questi ragazzi sono ora agli arresti domicilari, con misure ancor più pesanti rispetto a quelle di maggio: non possono comunicare con nessuno, a meno che non viva nella loro stessa casa. A 9 è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, cioè l’obbligo di andare a firmare nel commissariato di turno svariate volte a settimana; come se non bastasse un compagno di Milano è stato rinchiuso in carcere, a San Vittore, dopo aver partecipato alla manifestazione in solidarietà agli arrestati di maggio. In totale gli indagati e i denunciati, tra studenti universitari, medi e compagni/e di realtà cittadine sono più di 90. 

Quello di stamani si è configurato come l’ennesimo attacco alla libertà personale di ognuno a manifestare le proprie idee. Quest’anno Firenze è scesa in piazza per una scuola pubblica e accessibile a tutti, per città dove sia possibile porsi contro porvvedimenti del governo di turno senza essere manganellati, per un paese dove non esistano “lager democratici” dove persone vengono rinchiuse e umiliate, perché la memoria degli anni del fascismo non lasci spazio alle nuove destre: Firenze è scesa in piazza per un mondo migliore.

Riteniamo sia importante continuare a portare questi temi nelle piazze, manifestare contro ciò che di questo mondo ci digusta e per ciò che in questo mondo vorremmo creare. Durante quest’anno, come negli scorsi, nelle strade di Firenze non eravamo in 90. Eravamo migliaia. Facciamo appello proprio a queste migliaia di persone che con noi hanno condiviso momenti di lotta e di aggregazione, perché in questo momento tornino a manifestare le proprie idee nelle piazze e nelle strade, e perché portino la loro solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti da questi provvedimenti.

 

 

 

 

 

Un abbraccio ai compagni e le compagne arrestati, amici, fratelli, che proprio in questo momento non devono mollare.
Alessandro Leoni (PRC/FdS)
Con un titolo che oscilla fra il ridicolo e l’esasperato ( “400 colpi”!) la Digos fiorentina, su esplicito e vincolante mandato della magistratura inquirente, ha effettuato una operazione che ha coinvolto, sia pure in termini differenziati, alcune decine di giovani attivi/presenti nelle varie iniziative di protesta contro l’attacco alla Costituzione antifascista repubblicana, portata avanti dall’attuale governo, rispetto sia alla natura dell’istruzione pubblica che al “ripudio” della guerra quale strumento di politica estera!

La gravità dell’operazione deriva sia dall’inconsistenza, materiale concreta, dei fatti presi a pretesto sia, anzi soprattutto, per l’assenza di risposte adeguate da parte delle forze politiche schierate, formalmente, all’opposizione delle destre, ancora, governative!

La stessa denuncia fatta da esponenti locali della “Lega Nord”, circa una presunta aggressione subita, evapora non solo per le note caratteristiche provocatorie di questo soggetto associativo (la “Lega” ) distintosi, anche ultimamente, per cinismo xenofobo e addirittura fascistoide in occasione del tributo, del cordoglio espresso in CRT verso la memoria del giovane italiano assassinato in Palestina … Vittorio Arrigoni, ma anche per la dinamica, ricostruita, del fatto stesso. Mi riferisco alle circostanze e al luogo della presunta aggressione che testimoniano, razionalmente, l’intento provocatorio di questi personaggi non certo noti, conosciuti visivamente, al pubblico fiorentino toscano e per tanto individuati solo per il proprio provocatorio comportamento tenuto nei confronti dei manifestanti!

In realtà questa operazione dimostra la volontà del regime d’impedire ogni manifestazione d’opposizione nei confronti della natura reazionaria e fascistoide delle logiche attualmente, ancora, dominanti quali l’attacco classista ai livelli di vita della popolazione e il subalterno allineamento dell’Italia all’azione aggressiva imperialista neocoloniale della NATO/OTAN!

Certi che anche questa montatura si sgonfierà invitiamo tutte le forze politiche e sindacali a esprimersi chiaramente contro ogni suggestione autoritaria e repressiva nell’interesse comune del nostro, disastrato, paese e della sua, residua, democrazia!

 

Collettivo Iqbal (BO)

A Firenze la repressione continua a colpire!

Ancora una volta, nel giro di poche settimane, vengono attaccati compagni e criminalizzate strutture collettive impegnate nell’intervento politico quotidiano contro la violenza di un sistema fondato sullo sfruttamento.

Ancora una volta si cercano di isolare fisicamente con misure restrittive provocatorie compagni e compagne accusati di essere protagonisti nei propri territori della resistenza e dell’opposizione al silenzio della pacificazione.

Come compagni e compagne del Collettivo Iqbal, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a questi/e compagni/e, a queste strutture; vogliamo affermare con forza che la loro lotta è anche la nostra lotta e che nessuno, giudice o sbirro che sia, potrà fermare la nostra ragione.
I nostri sogni sono i loro incubi!

Tutti/e liberi/e subito!

La solidarietà è un’arma!


C.A.R.C. (Segretariato generale Toscana)

Opponiamoci alla persecuzione del movimento studentesco e antagonista fiorentino da parte di Questura e polizia politica di Firenze.

Solidarietà e sostegno ai 16 compagni dei collettivi studenteschi, del CPA e di Villa Panico vittime della persecuzione poliziesca messa in atto dal Questore di Firenze: la loro “colpa” è stata quella di essere diventati un punto di riferimento nelle mobilitazioni degli ultimi anni.

Il 13 giugno la polizia politica (DIGOS) ha fatto irruzione nelle abitazioni di 16 persone accusate di aver preso parte alla mobilitazione in solidarietà con gli studenti arrestati a decine nel mese di maggio. Il risultato di questa operazione repressiva è stato di un ragazzo rinchiuso nel carcere di San Vittore, 6 agli arresti domiciliari e 9 con l’obbligo di firma. Quindi ad oggi (con le operazioni repressive di maggio e giugno) a Firenze ci sono più di 90 denunciati e indagati tra gli studenti universitari, medi e i compagni del CPA e di Villa Panico.
Questa imponente operazione repressiva è un grave attacco alla libertà di espressione e di manifestazione, è un attacco intollerabile a chi lotta con passione e determinazione per difendere una scuola pubblica decente, a chi lotta contro la guerra e le aggressioni imperialiste verso i popoli oppressi o contro la riabilitazione del fascismo nel nostro Paese.
Questa è la stessa repressione che ha colpito con arroganza i richiedenti asilo di origine somala, eritrea ed etiope, sgomberati con la forza mentre chiedevano pacificamente quello che era un loro diritto. Questo è il volto della città di Firenze retta dal sindaco antidemocratico Matteo Renzi! Gli studenti e le realtà di lotta fiorentine sono state colpite così duramente perché hanno fatto diventare un problema di ordine pubblico la protesta contro la Riforma Gelmini e l’attacco al diritto allo studio. La loro protesta ha colpito nel segno e ha messo in difficoltà un sistema che non è più in grado di dare risposte alle esigenze di lavoratori, studenti, precari e pensionati. Questa classe dirigente marcia e allo sbando non riesce a dare risposte diverse dalla repressione, il carcere e le manganellate.
Sosteniamo la giusta lotta dei collettivi studenteschi e di spazi sociali come il CPA e Villa Panico!!! I compagni che lottano per un mondo migliore devono essere un orgoglio per una città come Firenze, medaglia d’oro alla Resistenza!!!
Anche di fronte alla repressione bisogna essere all’attacco, con la convinzione di chi rappresenta il futuro, di chi rappresenta le aspirazioni migliori delle masse popolari italiane: cioè di chi lotta per un lavoro, un’assistenza sanitaria pubblica di buon livello, un’istruzione pubblica e accessibile a tutti, una pensione dignitosa, di chi vuole un mondo senza guerre e senza devastazione ambientale.
L’esperienza ci insegna che è possibile rovesciare la repressione contro chi l’ha orchestrata. Nell’ottobre del 2009 a Pistoia il Questore Maurizio Manzo creò una montatura per colpire quelle realtà (P-Carc, Movimento Antagonista Livornese, Anarchici pistoiesi e Brisop) che erano determinate a costituire un coordinamento contro le ronde razziste di Maroni. Questo procedimento portò allora all’arresto di 7 compagni, ma la battaglia determinata che si è sviluppata per la loro assoluzione ha inferto un duro colpo agli elementi reazionari e fascisti che hanno collaborato a sostenere la montatura del Questore Manzo. Il PM Luigi Boccia, accusatore dei compagni, ha dovuto abbandonare il caso perdendo ogni credibilità di fronte al Tribunale. Il fascista Massimo Dessì, che per accusare i compagni ha fatto una falsa testimonianza, è stato costretto a ritirarsi in Ungheria dal momento che a Pistoia ormai aveva terra bruciata intorno. Anche per gli altri due testimoni (Marco Lucarelli e Michele Romondia), fascisti di Casa Pound come il Dessì, le cose non sono andate bene: hanno dovuto chiudere la pizzeria in cui lavoravano a causa delle cattiva pubblicità che si sono fatti. La montatura di Manzo, colpito da infarto il mese scorso, si è rivoltata contro il Questore: forse credeva di poter fare a Pistoia lo stesso (e di più) di quello che ha fatto a Lucca, dove i nazisti dei Bulldog (tifoseria della Lucchese) e il loro capo Andrea Palmeri hanno svolto la loro azione criminale liberamente sotto il suo sguardo benevolo.
Allo stesso modo la mobilitazione che si è sviluppata in seguito all’arresto (nel luglio 2009) di un compagno del P-Carc e uno dell’ASP dopo la ronda popolare antifascista e antirazzista a Marina di Massa, ha portato all’allontanamento dal proprio incarico dell’Ispettore DIGOS Angelo Valentini, ormai smascherato come elemento provocatore e antidemocratico.
Gli insegnamenti che traiamo da queste esperienze concrete sono utili per tutti quelli che oggi si trovano a fronteggiare la repressione. Affrontiamo insieme questa battaglia e passiamo dalla difensiva all’attacco, trasformando la lotta contro la repressione in lotta per un governo di emergenza popolare: solo così potremo contrastare in modo efficace e duraturo la deriva reazionaria che sta imperversando a Firenze e in altre città d’Italia. Sfruttiamo il vento nuovo che sta soffiando nel nostro Paese (soprattutto in seguito ai risultati elettorali di Napoli e Milano e ai risultati del referendum) e che sta alimentando la fiducia nella masse popolari.
Vincere è possibile, è possibile trasformare la repressione in un’ulteriore spinta alla mobilitazione!!!
Alimentiamo con la nostra lotta l’ingovernabilità per chi è emanazione degli interessi della corte pontificia e dei padroni!
I Consiglieri e i soggetti istituzionali, che si rifanno ai valori di democrazia e di civiltà strappati ai padroni con la Resistenza antifascista devono portare nelle sedi istituzionali questa battaglia e sfruttare la propria posizione di eletti per difendere il diritto al dissenso, a manifestare.
Uniamo la mobilitazione contro gli arresti di questi ultimi due mesi a Firenze con quella contro la montatura del Questore manzo a Pistoia (il 9 luglio comincerà il processo contro i compagni che hanno portato la loro solidarietà davanti al carcere Santa Caterina di Pistoia: con l’accusa di presidio non autorizzato), con quella che colpisce da anni la carovana del nuovo PCI. Partecipiamo alla prossima udienza che si terrà al Tribunale di Bologna il 13 luglio!!! Firmiamo gli appelli “NO alla persecuzione dei comunisti” e “vigilanza democratica” che si possono trovare sul sito.